Tancas Abertas

Se è vero che il Goceano deve il suo nome a un enigmatico popolo di goti che occupò il territorio nel medioevo, anche il villaggio di Gocille o Gotille, che oggi è Bottidda, sembra ricordare echi di questi lontani abitatori.

Il contesto storico e quello naturalistico sono di rara bellezza. Sulle antiche abitazioni del centro storico, il campanile della chiesa parrocchiale della Madonna del Rosario è espressione di una mirabile architettura neoclassica. All’interno è custodita una statua di Cristo crocifisso. 

Tutt’intorno è un tripudio di colline verdeggianti in cui foreste di roverella, lecci e castagni danno riparo alla fauna selvatica, e il sottobosco di felci è attraversato da vene sorgive perenni. Il nuraghe “Sa Corona” domina il territorio sull’omonimo promontorio. A valle, a pochi passi dal nuraghe s’Orculana è possibile ammirare un raro esemplare di olivastro millenario. 

Due conventi testimoniano l’importanza di questo centro nel Medioevo. Quello francescano di Monte Rasu, fondato agli inizi del XIII secolo e ristrutturato nel primo Novecento, e un secondo che si trovava nei pressi della chiesa di Santa Maria degli Angeli.

Pastorizia e produzione di mangimi, commercio e artigianato rappresentano la spina dorsale di un’economia che non vuole allontanarsi dalla tradizione, laddove attività di ristorazione e agriturismo strizzano l’occhio a un orizzonte gastronomico fatto di eccellenze come gli insaccati e il tipico pane “fresa”.