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Territorio

Scopri il fascino selvaggio del Logudoro Goceano: dalle scogliere mozzafiato di Villanova Monteleone alle vette maestose del Monte Rasu. Esplora foreste millenarie e laghi incantati, immergiti in un dedalo di grotte preistoriche e lasciati affascinare dai monumenti naturali unici. Vivi un'avventura senza tempo tra storia, natura e cultura in una Sardegna autentica e incontaminata.

Paesaggio

Il GAL Logudoro Goceano abbraccia un vasto territorio della Sardegna nord occidentale, nella provincia di Sassari. È costituto da 34 comuni distribuiti nelle subregioni geografiche del Goceano, Mejlogu, Monte Acuto, Villanova e Logudoro.

Il contesto paesaggistico è variamente articolato: dal settore marittimo di Villanova Monteleone, con la spiaggia di Poglina, le scogliere e le coste rocciose a picco sul mare, alle aree più interne di Nule e Benettutti, per proseguire verso i rilievi più alti del Monte Lerno di Pattada, che nella cima di Su Campanile tocca 1.093 m, sino alle vette della Catena del Goceano che culminano in località Sa Punta Manna, nel Monte Rasu di Bono, a 1.258 m, massima altitudine di tutto il territorio GAL.

Tra questi estremi, mare e montagna, la fisionomia del territorio muta continuamente in un'alternanza di colline, ripiani, terrazze, altopiani, dicchi, diatremi, rilievi tabulari.

Monumenti naturali

Una particolare impronta alla morfologia e data dai monumenti naturali dei crateri del Meilogu fra i quali Pedra Mendalza di Giave, un monolite basaltico di 100 m di altezza, che rappresenta l'espressione più vistosa di un'attività vulcanica iniziata qui circa due milioni di anni fa. Questa specificità geologica suscitò l'interesse del geografo e naturalista Alberto La Marmora, tanto che definì questa singolare zona dell'Isola l'Alvernia sarda.

L'altro monumento naturale, stavolta botanico, istituito dalla Regione Sardegna nel 1994, è la foresta relitta di tassi a Sos Nibberos, un'associazione vegetale di rilevante interesse scientifico costituita da alberi secolari e persino ultramillenari: l'esemplare di maggiori dimensioni ha una circonferenza di oltre 5,5 m, ed è alto 20 m.

Laghi e fiumi

Contribuiscono notevolmente a caratterizzare i lineamenti paesaggistici anche quattro laghi artificiali: quello del Temo, del Bidighinzu, il Lerno e il grande invaso del Coghinas. Quest'ultimo è il secondo maggiore della Sardegna e la sua diga, detta Diana, lunga 185 metri e alta 58, può trattenere 254 milioni di metri cubi d'acqua, utili al funzionamento della centrale idroelettrica costruita nel 1924.

Completano l'aspetto idrografico gli acquitrini di ristagno temporaneo, detti pauli, i fiumi, i torrenti e le cascate, tanto fugaci quanto incantevoli, come quelle di S'Istrampu de su Segnore (Villanova Monteleone), S'adde Manna (Siligo), Badde Mala (Bonorva) e Sos Istrampios (Cossoine).

Ipogei

Non meno interessante è il paesaggio ipogeico, celato nel sottosuolo, costituito da un dedalo di grotte che sprofondano anche per centinaia di metri nelle viscere della terra, alcune utilizzate dall'uomo sin dalla preistoria, come accadde nelle cavità di Filiestru e Sa Ucca de su Tintirriolu (Mara), San Michele (Ozieri), Rocca Ulari (Borutta) che, tra l'altro, ospita una grande colonia di sei specie di pipistrelli. Il guano depositato nel tempo da questi chirotteri fu sfruttato verso i primi decenni del '900 con l'apertura di una cava industriale.

Nella Grotta di Nurighe (Cheremule) sono state reperite ossa di Praemegaceros cazioti, un cervide vissuto in Sardegna sino a 7.500 anni fa.

Nell'inghiottitoio di Sa Ucca 'e Mammuscone (Cossoine), una voragine profonda 63 m, secondo
una leggenda si praticava il geronticidio.

Impronta umana

L'impronta dell'attività umana, a partire dal Neolitico antico, circa 10.000 anni fa, è ovunque: domus de janas, dolmen, tombe di giganti, menhir, nuraghi, insediamenti romani, terme, chiese rupestri e campestri, grandi santuari, monasteri, abbazie, cattedrali e vestigia di castelli giudicali, ma anche piccoli e preziosi esempi di architettura rurale dei centri storici e dei territori agro-pastorali, punteggiati da pinneti o Cuili, caratteristici ricoveri circolari edificati interamente in pietra.

Non mancano neppure le calcare, sos furràghes, antiche fornaci per la produzione della calce, frequenti nell'altopiano di Sorres, mentre sui versanti alti del Monte Pelao, nella località detta Sa Rocca 'e sa Niera (Thiesi), permangono i resti di una neviera utilizzata sino a un secolo fa.